Dove la storia è cominciata

Gli eventi di queste ultime settimane e le soddisfazioni che ne stanno nascendo mi stanno facendo riflettere, stimolando la mia memoria per ricordare da dove sono partita e solleticando la mia curiosità per quanto riguarda il futuro.

Nel mio passato ci sono state persone che sicuramente, anche se andate via da tanto tempo, hanno contribuito in modo prepotente a formare la mia persona, il mio carattere e le mie aspettative, e mi piacerebbe ricordarle anche qui, all’interno di questo blog, anche perché, ora che ci penso, sono indissolubilmente legate a quasi tutte le mie ricette e mi piacerebbe in qualche modo, dedicare anche a loro un angolo di questo sconfinato web.

Quindi voglio presentarveli, uno ad uno, raccontandovi di loro e di quello che mi hanno trasmesso partendo proprio dall’inizio.

Sono nata alle 6 del mattino di un perfetto 22 aprile con tanto di luna piena e uccellini cinguettanti e all’interno della clinica c’erano tutti i miei futuri parenti, praticamente un esercito, pronti a darmi il benvenuto e soprattutto ad adempiere il compito più importante, contarmi le dita di mani e piedi per assicurarsi che fosse tutto a posto.

Tra di loro il più deluso dalla nascita di una bimba era sicuramente lui

Nonno Nicola

Nonno Nicola, il nonno paterno, era nato in Friuli, a Billerio, ed era un falegname rinomato nella zona con tanti contatti lavorativi con Trieste e con la Liguria, dove conobbe la nonna.

Nonostante il lavoro manuale, ci teneva molto al suo aspetto, curava l’abbigliamento, tirava i capelli con la brillantina, ed i baffi sempre perfetti lo facevano assomigliare ad un attore di Hollywood, e, proprio come una star, amava godersi la vita, le belle donne, il cibo ed il vino, insomma , era l’anima di ogni festa, compagnone e simpatico, e conquistava tutti con il suo sorriso sornione che sbucava da sotto i baffi.

Tutte queste abitudini, insieme alle delusioni lavorative che la vita gli riservò con l’avvento delle grandi marche di mobili industriali, lo costrinsero a trasferirsi in Liguria per lavorare per il suocero e non gli concessero una vita troppo lunga, ma abbastanza per veder nascere la sua prima nipote.

In realtà, come dicevo all’inizio di questa storia, il suo desiderio era il maschio, la prosecuzione di un cognome che in Liguria suscita ancora tanta curiosità, e la sua delusione era palpabile agli occhi dei miei genitori, ma gli bastò tenermi in braccio qualche secondo e si innamorò perdutamente.

Morì quando avevo 5 anni perché alle raccomandazioni del medico preferì il giorno da leone, ma di lui ho ricordi nitidi: il profumo del ragù che preparava per noi la domenica, perché il cuoco in casa era lui, la zuppa di pane e latte, che come la sua nessuno mai, e poi quella sensazione rassicurante di sentirsi amata in quel modo incondizionato e viscerale come solo lui sapeva fare.

Un cuoco friulano in Liguria

La sua era una tipica cucina friulana, fatta di burro, carni grasse, cotture lunghissime, solo che in Liguria le temperature non erano rigide come in Friuli e si faceva fatica a smaltire tutte quelle calorie, motivo per il quale il nonno aveva il divieto assoluto di aggiungere burro ad ogni piatto che preparava.

Ovviamente questo divieto era ignorato bellamente e ad un udito attendo non poteva sfuggire il “pluff” del panetto che si tuffava furtivamente e di sua spontanea volontà nel sugo… quanti rimproveri povero nonno!!!

Il suo piatto forte era lo “gnoccolone”, il piatto delle feste, un primo piatto ricco e buonissimo che ogni tanto rifacciamo per evocare i ricordi solo con il suo profumo, e poi c’era lei, la regina delle nostre tavole, sua maestà la polenta.

Sono arrivata alla conclusione che tutte le mie passioni le abbia ereditate da lui, dalla cucina alla lavorazione del legno, e non gliene sarò mai abbastanza grata, mi manca un po’ della sua spavalderia ma d’altra parte ci sono altri dna nel mio sangue che conoscerete la prossima volta.

Chi vi presenterò nel prossimo articolo? Restate connessi e lo scoprirete!

Nonno ed io

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