Questo è uno dei piatti preferiti da mio marito, un ingrediente che sicuramente divide le folle, una ricetta che spesso non incontra il gusto dei palati più delicati: LA TRIPPA.
Io per prima se la trovo pronta la mangio volentieri, ma per cucinarla mi vesto da Rambo e indosso la maschera antigas, accendo tutto ciò che di profumato trovo in casa e procedo sotto gli occhi allibiti del mio gatto.
Per cucinare la trippa alla ligure uso esclusivamente un tegame di terracotta, lo stesso che uso per ragù e spezzatino, preparo un trito con carota, sedano, cipolla, prezzemolo ed una manciata di funghi secchi ammollati e lo metto nel tegame con poco olio e in po’ di acqua, per rendere il soffritto più leggero.
Dopo qualche minuto aggiungo la trippa e un po’ dell’acqua usata per i funghi, dopo averla filtrata.
Tengo sempre in caldo un po’ di brodo vegetale per evitare che la trippa asciughi troppo e lascio cuocere una mezz’ora.
Trascorso questo tempo aggiungo un trito di erbe aromatiche (rosmarino,.salvia, alloro e timo) e una bella cucchiaiata di ragù.
La prima volta che ho letto questa ricetta la domanda è nata spontanea : “cucino il ragù in funzione della trippa, o preparo la trippa se avanza il ragù???”.
Il realtà negli anni ho fatto entrambe le cose ma ultimamente, con l’esperienza e un freezer più capiente, ogni volta che faccio il ragù ne metto via qualche barattolino piccolo apposta per la trippa.
Lascio cuocere ancora mezz’ora (in tutto un ora abbondante) sempre bagnando poi spengo e porto in tavola.
Va servita con una bella manciata di Parmigiano Reggiano… tolgo la maschera e buon appetito|